Il monastero patriarcale della Dormizione della Madre di Dio di Ghiroméri

Il Monastero Patriarcale della Dormizione (Assunzione) della Madre di Dio di Ghiroméri è posto ad una ventina di chilometri a Nord di Igoumenitsa su una altura dell’Epiro (Grecia) a trecento metri sul livello del mare. Per chi è dotato di auto il raggiungimento è abbastanza agevole eccezion fatta per gli ultimi tre chilometri caratterizzati da curve ed un paio di tornanti.

Il Monastero, fondato da san Nilo (Nicea 1228 – Ghiroméri 1334) nel 14° secolo, è oggi composto da una chiesa posta al centro di un articolato complesso edilizio che la circonda tutta intorno ad eccezione della parte antistante l’accesso, costituito da una terrazza coperta da un pergolato che si affaccia sulla vallata sottostante. Già prima del 1300, alcuni monaci asceti avevano ricavato sui costoni di queste montagne delle celle nelle quali vivevano la contemplazione della grandezza di Dio meditando la sua Parola. Nel corso degli anni i monaci hanno poi edificato la chiesa intorno alla quale hanno costruito insediamenti.

Della storia del monastero si hanno notizie certe dal 16° secolo in poi. In particolare un atto notarile del 1578 del Patriarcato Ecumenico riporta che in esso operavano trecento monaci. Altri tratti di storia sono incisi sulla pietra e si evincono sulla facciata sud del santo tempio (Katholicòs) posto al centro del complesso monastico dove è inciso 7076, corrispondente agli anni trascorsi dalla creazione di Adamo, e cioè 1568 d.C.. Numerosi sono documenti e cimeli custoditi dai monaci e risalenti ai secoli precedenti e attinenti anche a donazioni.

Il Katholicòs, cioè la chiesa intorno alla quale sorge il tutto, intestata alla Dormizione di Maria, misura solamente dodici metri di lunghezza per sei di larghezza ed è a base di croce greca sormontata da una cupola. In questo piccolo spazio, al quale si accede varcando tre porte, è l’Immenso. È luogo ideale per mettersi all’ascolto della Parola. Il silenzio e l’oscurità diradata dalla luce che filtra con timore dalle piccole finestrelle della parete meridionale, illuminando quanto basta le centinaia di immagini sacre, iscurite dalle preghiere che i fedeli hanno innalzato con l’incenso a Dio diuturnamente per tanti secoli, e delle quali sono ricoperte le pareti del luogo santo, costituiscono un’esperienza spirituale inestimabile. Un consiglio è certamente quello di raccogliersi in questa chiesa in due momenti: durante le giornate ordinarie, in preghiera personale quando non c’è afflusso di altre persone, e in preghiera comunitaria durante le veglie notturne guidate dai monaci.

Durante la lunghissima dominazione ottomana, nel monastero era presente il cosiddetto «κρυφό σχολειό» cioè la scuola nascosta attraverso la quale la chiesa ortodossa, ed in particolare i monaci di questa, tentarono non solo di porre argine a vari tentativi di islamizzazione quanto a porre le basi per una resistenza culturale e identitaria. Ancora oggi è quindi possibile accedere a questa piccola stanza dedicata all’istruzione, entrando per un vecchio armadio ed azionando un ingegnoso quanto segreto sistema di apertura. Di questa scuola nascosta, la cui esistenza è messa in dubbio da alcuni recenti studiosi, il monastero conserva un documento scritto nel 1855 da Ioannis Pappas, uno di quei ragazzi che seguiva le lezioni dell’archimandrita Kosmà, Igoùmeno del Monastero.

Questo luogo ha anche accolto una Scuola ecclesiastica per la formazione spirituale il cui statuto ed il cui piano di studi, della durata di un quadriennio, era stato approvato dal Sacro Sinodo e sottoscritto dal Patriarca Ioakim III il 31 maggio 1911.

Sin dall’inizio il monastero, meta di pellegrinaggi di gruppi ma anche di singoli, è sottoposto spiritualmente al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli ricordato in ogni Divina Liturgia ed è tuttora animato da tre monaci che vivono la regola cenobitica.

Paolo Scagliarini

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