La richiesta di pace per la comunità cristiana in Terra Santa, del Patriarca di Gerusalemme, Theofilo III

Venerdì 16 dicembre 2022, il Patriarca di Gerusalemme, Theofilo III, in occasione dell’accensione dell’albero natalizio ha pronunciato un discorso dal balcone dell’Imperial Hotel all’ingresso del Quartiere Cristiano, alla Porta di Davide, denunciando gli episodi di violenza da gruppi radicali che tentano di espellere i cristiani da Gerusalemme e dalla Terra Santa. Al discorso ed alla cerimonia hanno assistito e partecipato numerosi capi delle Chiese e membri della comunità diplomatica e politica.

Pubblichiamo per i nostri lettori il discorso di Theofilo III.

“All’inizio di questa grande festa, mentre siamo qui riuniti per innalzare questo albero di Natale, ricordiamo queste parole del Vangelo secondo Giovanni:

«In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta» (Gv. 1, 1 – 5).

Questa Luce delle Luci, il Sole di Giustizia, che è sorto nella Città Santa di Betlemme dall’Antro della speranza, è Cristo stesso, il Verbo incarnato. Questa Luce è tornata a risplendere in questa Città Santa di Gerusalemme dal Sepolcro della speranza, quando il Padre ha risuscitato nostro Signore Gesù Cristo dai morti. Così oggi noi, come figli e figlie della Luce, del Sole di Giustizia e della speranza della risurrezione di Cristo, benediciamo la grazia di questo albero di Natale, che si erge come simbolo di questa luce di speranza.

Preghiamo affinché questa luce risplenda nei cuori e nelle menti dei governanti di questo mondo e nei cuori e nelle menti di coloro che governano la nostra regione, affinché la pace, la giustizia e la riconciliazione possano regnare in tutti noi.

Perché, come ci ricorda san Paolo, «È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione» (2 Cor 5,19). L’opera di pace, giustizia e riconciliazione è responsabilità di tutte le persone di buona volontà.

Attraverso la luce di questo albero di Natale, celebriamo tutto ciò che rappresenta il vero carattere di Gerusalemme e della Terra Santa e della nostra esperienza unica e secolare, della nostra vita insieme multiculturale, multietnica, multireligiosa e della storia di unione, di convivenza e rispetto reciproco. Questo è un potente promemoria del fatto che Gerusalemme è un faro per il mondo intero, soprattutto di fronte al tumulto e alla violenza che colpiscono la vita di così tante persone. I cristiani sono stati oggetto di ripetuti e continui attacchi da parte di gruppi radicali israeliani, soprattutto nella Città Santa.

Nell’ultimo decennio sono stati commessi innumerevoli crimini contro i cristiani, tra cui aggressioni fisiche e verbali contro sacerdoti e chierici; attacchi hanno preso di mira templi sacri, luoghi sacri sono stati vandalizzati e sistematicamente profanati, oltre alle continue intimidazioni di cittadini cristiani che chiedono di vivere una vita normale di pace, come è diritto divino di tutte le persone. Questi gruppi radicali commettono i loro crimini con un deliberato tentativo di espellere i cristiani da Gerusalemme e da altre zone della Terra Santa.

Questa è la comunità che ci sforziamo strenuamente di preservare e di continuare a costruire. Desideriamo ardentemente la pace e, pertanto, non cancelliamo questo patrimonio della nostra storica vita comune, che hanno dato tanto spazio nei secoli a tutti coloro che chiamano la Terra Santa come loro patria. La Divina Provvidenza ci ha stabilito in questa Terra Santa e ci ha donato un’eredità incomparabile.

Questa semplice cerimonia di accensione di un albero ci mostra la via e risplende come segno di speranza nell’oscurità. Siamo al fianco del nostro buon amico Abu Al-Walid Dajani (*) e della sua famiglia nella loro lotta per proteggere questa proprietà storica. Possa questo periodo di luce e di speranza per una nuova vita, unirci in una nuova risoluzione.

Auguriamo a tutta la nostra gente molti auguri e un felice Natale.”

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(*) Abu Al-Waleed Dajani gestisce l’Imperial Hotel di Gerusalemme dal 1949 di proprietà della Chiesa ortodossa e tuttora oggetto di contenzioso giudiziario in quanto ceduto con un accordo in locazione nel 2004 ad una associazione di coloni israeliani durante la gestione del precedente Patriarca Ireneo. Tale accordo, contestato dai fedeli, ha poi portato alle dimissioni del Patriarca. Da allora il Patriarcato di Gerusalemme è coinvolto in un annoso contenzioso volto ad annullare l’accordo sottoscritto.

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