IppocrateOrg. Ne parliamo con il dott. Francesco D’Onghia.

IppocrateOrg nasce su iniziativa del dott. Mauro Rango nel 2019 durante la “pandemia” per porgere la mano a coloro che dubitavano sui protocolli del governo. Le cure c’erano, ma non venivano prescritte, lasciando il paziente in vigile attesa.

Già diversi ambulatori sono attivi sul territorio nazionale ed è stata messa a disposizione la competenza di professionisti da contattare sul sito https://ippocrateorg.org/.

Il dott. Francesco D’Onghia psicologo, psicoterapeuta ed ipnoterapeuta è uno dei coordinatori dell’Area Salute di IppocrateOrg, che raccoglie la comunità dei medici, degli psicologi degli altri sanitari e dei naturopati e che si prefigge di creare una sanità equa, etica, non dedita al profitto.

Gli abbiamo rivolto alcune domande.    

Quali le figure professionali che  vengono formate  nel corso biennale della scuola IppocrateOrg?

La Scuola di Ippocrate nasce con l’intento di de-specializzare. E’ stata progettata per la durata di due anni: nel primo prevalgono insegnamenti volti soprattutto a riportare al centro dell’attenzione l’Uomo e  la capacità del sanitario di accoglierlo nella sua complessità, unicità e interezza; nel secondo, oltre a proseguire il lavoro iniziato vengono proposti modelli di trattamento di avanguardia per orientare i pazienti verso ciò che è maggiormente efficace.

A chi sono rivolti i corsi?

La Scuola è aperta a tutti i professionisti laureati di area sanitaria.

Si studiano anche materie non previste nell’insegnamento ufficiale come la Fisica Quantistica?

Abbiamo approcciato la fisica quantistica tramite la formazione professionale di Federico Faggin e di Amit Goswami, che parteciperanno alla Convention di IppocrateOrg del 22 e 23 giugno prossimo a Bagnoli in provincia di Padova (per informazioni e iscrizioni www.conventionippocrate.org ). Entrambi seppur con stili diversi usano la fisica quantistica per esplorare il dominio della coscienza. La loro esperienza  in merito ci ha offerto la possibilità di riaffacciarci in chiave moderna e scientifica alla spiritualità e poterla riaccogliere nell’alveo dei processi di cura dalla malattia.

Mirate a non seguire protocolli rigidi prefissati?

Il protocollo di cura può essere molto utile davanti a situazioni sconosciute ma è importante il suo superamento. Partiamo dal presupposto che solo una terapia su misura può garantire la necessaria personalizzazione dell’intervento. Promuoviamo, insomma, se mi è concessa la metafora, un intervento terapeutico che sia sartoriale e non industriale.

S’impegnano in questo i medici di famiglia o eseguono ordini dall’alto?

Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Ogni medico fa del suo meglio per occuparsi nella maniera migliore dei propri pazienti. Purtoppo è davanti agli occhi di tutti il completo sfascio della sanità pubblica: troppo pochi i sanitari chiamati a svolgere un lavoro complesso e a seguire tanti  pazienti; ci sono liste di attesa infinite per le analisi strumentali più semplici. Spesso manca il tempo per approfondire il rapporto con il paziente e per la ricerca scientifica. Le semplificazioni che arrivano dall’alto vengono così accolte senza valutazioni critiche.

Quanto conta la prevenzione e lo stile di vita? Questo aspetto è trascurato dalla medicina odierna?

Sana alimentazione, attività fisica e un’adeguata qualità della vita insieme al rispetto dei nostri ritmi circadiani sono essenziali per la nostra salute. Questi aspetti sono trascurati dalle nostre società più che dalla sola medicina. Basti pensare alla qualità del cibo che mangiamo o ai nostri ritmi di vita. Siamo sempre più grassi e stressati, letteralmente bombardati da cibo e stimoli di cui non riusciamo più a fare a meno.

Si preferisce agire sui sintomi e non sulla causa a beneficio delle case farmaceutiche, non trattando il paziente nella sua unicità?

Non possiamo chiedere alla case farmaceutiche di occuparsi della formazione dei medici e della ricerca scientifica. Sicuramente sarebbe meglio se queste avessero un comportamento più etico e non si ritrovassero coinvolte in vere e proprie truffe a svantaggio dei malati di tutto il mondo (come dimostrano le sentenze dei tribunali di mezzo mondo). Tocca però ai sanitari costruire un nuovo e sempre più etico modo di curare e fare ricerca. Dobbiamo anche essere consci dei conflitti d’interesse che finiscono per promuovere strategie di cura costose a svantaggio di quelle a basso costo soprattutto se non è possibile una speculazione su queste. Qualche tempo fa, ad esempio, leggevo dello sviluppo di farmaci mima digiuno.

Il Giuramento d’Ippocrate è stato tradito? Quali i cambiamenti apportati in quello moderno? Tali cambiamenti sono stati fatti perché fosse possibile spadroneggiare sul corpo degli esseri umani?

Non ho mai approfondito la questione, ma ritengo che per i medici il problema non sia stato il Giuramento d’Ippocrate. Il problema è stato politico. La scienza si è praticamente autodichiarata maggioritaria, anzi, unica e persino la Suprema Corte ha seguito la scienza per esprimere il proprio  giudizio (come se la scienza fosse qualcosa di più di un metodo e non prevedesse falsificazioni). Agli Ordini Professionali ormai dipendenti dal Ministero della Salute, la politica ha delegato compiti di polizia spesso irragionevoli… si pensi alla sospensione degli psicologi anche dalle attività di lavoro online.

Il nuovo trattato pandemico dell’OMS prevede la radiazione dei medici d’Ippocrate nel caso si prendessero cura dei pazienti nel corso di una eventuale prossima pandemia?

Il discorso del nuovo trattato pandemico rappresenta una pagina davvero oscura in relazione alla quale ci stiamo battendo con tutte le nostre forze. Per questo la vicepresidente di IppocrateOrg, Irina Boutourline e la Dottoressa Rosanna Chifari (tra i nostri responsabili scientifici),  a Washington di recente, hanno fatto sentire la nostra voce durante un confronto internazionale su questo scottante tema.
Il problema non è la sospensione dei medici d’ Ippocrate ma il fatto che, se passasse, i cittadini verrebbero di fatto privati di qualunque potere sulla propria salute, sul proprio corpo, in quanto gli Stati nazionali lo delegherebbero ad un organismo sovranazionale privato finanziato per lo più dal “filantropo” Bill Gates tramite la sua fondazione. Entro fine maggio 2024 dobbiamo fermarne l’approvazione.

Quindi è più che mai necessario costruire un “Nuovo Mondo”, affinchè il cittadino sia libero di fare scelte politiche, economiche e sanitarie, come esorta il dott. Mauro Rango?

La proposta di Mauro Rango, divulgata nel suo recente libro “Fondare un Nuovo Mondo” è ancora più affascinante di così. Ciascun uomo è chiamato ad una evoluzione e ad un percorso di crescita personale. Solo attraverso questa sua evoluzione finalmente sarà nella condizione di poter costruire un nuovo mondo insieme ad altre persone che abbiano fatto la stessa esperienza. Il libro è scritto davvero in modo molto semplice così da poter essere letto da tutti.

Anche al codice deontologico degli psicologi sono state apportate delle modifiche. Come le valuta?

Dal punto di vista del merito, il nuovo codice si appiattisce su linee internazionali che rendono il lavoro degli psicologi italiani meno utile di prima per la società. Ad esempio trovo gravissimo che sia stato espunto il riferimento all’autodeterminazione dei pazienti come principio guida dell’azione dello psicologo. Dal punto di vista del metodo, il mio giudizio negativo verte sulla democraticità delle votazioni. L’approvazione del nuovo codice deontologico è stato votato da circa il 10% degli psicologi (il precedente dal 90%) ed inoltre non è stato dato sufficiente risalto all’informazione e la maggioranza è stata raggiunta solo con uno scarto di circa 1500 voti. Comunque, attendiamo un pronunciamento del TAR del Lazio che dovrebbe emettere sentenza sulla legittimità della votazione nei prossimi giorni.

Quanto al lavaggio del cervello portato avanti dalla propaganda massmediale negli anni della “pandemia” quale l’antidoto piu’ efficace?

Devo tuonare in questo senso alle parole di Mauro Rango: l’unica possibilità è l’evoluzione personale. Siamo stati messi in una dinamica di conflitto in cui schierarsi, da una parte o dall’altra, e questo è già uno sbaglio. Non dobbiamo accettare le etichette. Diventare un NO-qualcosa ci trasforma in strumenti a vantaggio del nemico. E’ la polarizzazione del discorso a farci perdere di vista la verità delle cose, che è sempre diffcile cogliere, poichè  pensiero, emozione e intenzione sono da entrambe le parti.

Perché la maggior parte si adegua al pensiero unico e cede all’indottrinamento senza essere capace di avere spirito critico? E’ una questione genetica? O la paura di essere tagliati fuori dalla società?

Entrambe le cose sono vere. Noi siamo geneticamente strutturati per essere animali sociali e temiamo la non accettazione e la solitudine. Da un punto di vista spirituale siamo chiamati, però, a fare il nostro percorso per superare paure, difficoltà e fare ciò che è giusto per noi.

E’ così facile manipolare la mente umana facendole credere che sia stata libera e non condizionata nelle proprie scelte? E perché poi è difficile far credere nonostante documentate prove che si è stati vittime di contraffazione della realtà?

Noi non conosciamo la realtà. Siamo sempre bombardati da una pioggia di dati più o meno contraddittori e scegliamo di dare importanza solo ad alcuni di essi, perché abbiamo imparato a fidarci di poche fonti. Spesso ho notato che le persone che non si sono fidate della narrazione pandemica erano in qualche misura un po’ fuori dagli schemi dominanti. In alcuni casi avevano maturato sfiducia nelle istituzioni, in altri , aderito a modelli di cura diversi o iniziato un percorso di evoluzione personale. Quando sei già fuori dal gregge è più difficile essere condizionato. Ma la nostra presenza era statisticamente prevista ed è stata anche usata, in quanto siamo stati indicati come le pecore nere e subito gli altri hanno fatto di tutto per essere ancora più bianchi. Quando poi costruisci la tua identità su alcuni presupposti spesso non sei più in grado di vedere le cose come sono e anche di fronte alle più evidenti contraddizioni le tratti come eccezioni non rilevanti e non significative.

Tutti sono chiamati a dare il proprio contributo per riappropriarsi dei propri diritti che negli ultimi anni sono stati calpestati? 

Tutti sono chiamati ad essere “IO individuali”, a sviluppare il proprio pensiero e la propria libertà. Tutti sono chiamati a costruire il proprio progetto di vita nel rispetto dei propri valori personali insieme ad altri che condividono gli stessi valori.

L’uomo rischia di non appartenere più a se stesso in vista del transumanesimo e dell’intelligenza artificiale, perdendo anche la sua umanità?

E’ per questo che non possiamo più accettare, per noi stessi, di funzionare in modo automatico. Se siamo automi, l’intelligenza artificiale sarà migliore di noi. Se ci consentiamo di essere individui che lavorano per la propria evoluzione personale potremo tendere a sviluppare ciò che davvero rende ciascuno un Uomo. Ogni difficoltà diventerà così una nuova occasione per essere noi stessi, per essere “io individuali” che lavorano insieme per fondare un nuovo mondo.

Cinzia Notaro

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