Agenda 2030. Ne parliamo con Roberto Pecchioli

L’agenda 2030 è il compendio di tutte le imposture che si siano mai perpetrate con il pretesto di lottare contro la povertà, la salvezza del pianeta, il benessere, la giustizia e la pace? Lo abbiamo chiesto a Roberto Pecchioli, scrittore e saggista, collaboratore di riviste e blog, ex funzionario dell’Agenzia delle Dogane impegnato in attività antifrode e difesa del made in Italy: 

“L’Agenda 2030 è un enorme passo verso il governo mondiale. I suoi 17 obiettivi , tra cui pace, benessere, estirpazione di fame e povertà ai quali è impossibile opporsi, hanno lo scopo di imporre una serie di enunciati ideologici. Parlo dell’ambientalismo green dietro il quale si celano immense ristrutturazioni economiche ed industriali volute dal piano alto del potere (la cupola fintech, le grandi multinazionali all’ombra del deep State americano), e della destrutturazione dell’identità personale, etica, comunitaria, sessuale, intima dell’essere umano, l’agenda LGBT, l’abortismo mascherato da “salute riproduttiva”, la normalizzazione della disponibilità della vita umana, la medicalizzazione e digitalizzazione dell’esistenza. Un altro elemento sconcertante è la pretesa dell’Agenda di essere accettata integralmente, senza discussioni. Tutti i diciassette obiettivi – lo ripetono ben cinque volte nel testo – e le quasi centosettanta tappe devono essere accolte e realizzate per intero da un mondo falsamente unificato, in realtà globalizzato. E’ il tentativo più grande mai realizzato di omologare il pianeta sotto un potere e un sistema di valori – o disvalori – unico,  dettato da una centrale apolide con sede in Occidente”.

C è un piano globalista che minaccia non solo il corpo, ma anche l’anima di ciascuno di noi?

L’anima, secondo loro, non esiste. Siamo un grumo di cellule, materiale plastico che può, anzi deve essere manipolato. Nessun accenno alla trascendenza, ma neppure al valore intangibile della persona umana. Quanto al corpo, è visto come materiale da modificare, plasmare attraverso la chirurgia (autopercezione sessuale (il “genere”),  inserimento di chip e apparati artificiali, con la scusa di rendere la vita più semplice, comoda, lunga, quando sappiamo bene che servono a sorvegliare, orientare, dirigere da remoto i malcapitati umani. L’uomo digitale, a cui è assegnato un codice a barre o un QR, e a cui è proposta una vita a nolo (“non avrai nulla e sarai felice”) ha la precarietà del nomade, è una creatura non più libera, controllata, privata di ogni ancoraggio etico, identitario, spirituale, familiare. E’ anche, inevitabilmente, un essere senza diritti sociali e politici, scambiati con una pletora di finti diritti nella sfera individuale, che io chiamo “diritti inguinali”.

L’Onu, la Fao, l’Oms, l’Unesco che ruolo hanno nello stravolgimento dell’ordine politico, culturale, sociale?

L’Onu è una menzogna così come si può dedurre dal nome: le Nazioni – in verità gli Stati – non sono affatto unite. Nessun conflitto è mai stato evitato dall’ONU, che rappresenta una tribuna in cui le nazioni non sono affatto in piede di parità, perché ad alcune di esse, le quattro potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale più la Cina hanno diritto di veto sulle proposizioni che ledono i propri interessi egemonici. Nei fatti l’ONU è una proprietà privata degli Usa (i suoi maggiori finanziatori) e le sue agenzie, Fao, Unesco, Oms, sono diventate un grande potere privatizzato, poiché ai loro bilanci contribuiscono in larga misura le Fondazioni dei miliardari (Soros, Gates, Ford, Carnegie, Rockefeller) e le  Organizzazioni Non Governative (cioè private) del pianeta. I loro dirigenti sono una casta autoreferenziale e privilegiata. In particolare l’OMS vuole oltrepassare la potestà degli Stati nelle emergenze sanitarie (vere, presunte, o create) dirigendone le azioni. Lo stravolgimento culturale è tangibile: l’Agenda 2030 preparata nei laboratori oligarchici come il Forum Economico Mondiale (Davos) ne è la prova. Quello sociale è ormai trentennale, con la vittoria del liberismo che ha messo sul trono un pugno di “padroni universali”.

L’agenda promuove tutto ciò che va contro la vita. L’abbandono della fede, la secolarizzazione dell’Occidente ha spianato la strada che porta all’autodistruzione?

Lo ripeto: l’elemento più sconcertante di questo quarto di secolo è l’abbandono della sacralità della vita. La secolarizzazione dell’Occidente è giunta al suo culmine: non solo le parole Dio, spirito, padre non sono nominate nell’Agenda, ma anche la parola madre è proscritta, riferita solo alla “madre” Terra… una posizione panteista se non animista: “Gaia, il pianeta che vive”, come il titolo di una trasmissione televisiva. L’autodistruzione riguarda l’Occidente – un concetto spurio che rimanda fondamentalmente all’egemonia americana – e le aree del mondo da esso influenzate. Un esempio è l’impressionante denatalità, che impedisce ormai la riproduzione biologica delle nostre società. Per l’Agenda 2030 il rimedio è semplice: le migrazioni massicce, come se spostare masse umane non significasse innescare problemi immensi per chi arriva e per chi riceve, e come se gli uomini non fossero diversi per cultura, etnia, valori, religioni, costumi.

Miliardi di persone sono state costrette all’inoculazione. Siamo dinanzi a danni premeditati, perché si sapeva che i cosiddetti vaccini non fossero sicuri ed efficaci, anzi dannosi e letali? E’ da decenni che si punta alla riduzione della popolazione del pianeta .

Non vi è dubbio che l’esperimento pandemico sia stato colto come opportunità per svolgere un gigantesco esperimento su scala planetaria, e che  il virus sia stato una casualità o sia fuoriuscito – per incuria o volontà criminale – dai laboratori di “guadagno di funzione“ sparsi per il mondo. Lo dimostra il fatto che siano state svolte simulazioni “riservate” pochi mesi prima del fatidico febbraio 2020 e che si sia prontamente attivata la macchina di Big Pharma – un conglomerato industriale e di potere in mano ai grandi fondi di investimento (Black Rock, Vanguard, State Street e pochi altri). Ovvio che non si conoscessero gli effetti di preparati non testati. Oppure sapevano anche troppo, in quanto la volontà di  depopolazione è evidente, chiarissima, dimostrata dalle campagne per l’aborto, l’eutanasia e la propaganda incessante della sessualità sterile. In alcuni paesi come l’Argentina sono in atto campagne di sterilizzazione della popolazione giovanile. Quanto agli effetti del siero genico destinato a modificare la nostra specie, finalmente si aprono squarci di verità. Intanto ci hanno terrorizzati, resi docili, ricattati e ci hanno costretti ad accettare l’identità digitale, mascherata dietro il nome equivoco di green pass.

Per i transumanisti il corpo umano è una macchina che ha bisogno di  periodici aggiornamenti software?

Peggio, è un deposito di parti e pezzi di ricambio. Oppure una massa senz’anima in cui inserire apparati artificiali. La promessa assurda è abolire la morte attraverso la cosiddetta “singolarità” proposta da Ray Kurzweil, capo dell’ingegneria di Google. Si tratta di un esperimento a cavallo tra robotica, genetica, intelligenza artificiale e nanotecnologie, che a regime dovrebbe addirittura sostituire il corpo. La “loro” immortalità si riduce a un’impronta genetica trasferita in un gigantesco software, in cui, pare evidente, non vi è traccia del Sé di ciascun essere umano. In più è la macchina che penetra i corpi, li colonizza con la prevalenza dell’artificiale sul naturale. Questo era chiaro a scienziati come Norbert Wiener e anche ad un astrofisico e cosmologo come Hawking, preoccupato che l’intelligenza artificiale sarebbe potuta  essere l’ultima invenzione “umana”. Attenzione: il transumanesimo è l’ideologia dell’iperclasse dominante. 

Per Harari gli esseri umani sono animali hackerabili: anima, spirito, libero arbitrio ormai sono superate e l’èlite possiede gli strumenti per manipolare  e riscrivere la vita. 

E’ il trionfo dello gnosticismo e del materialismo?

E’ il trionfo di un’oligarchia in delirio di onnipotenza il cui obiettivo è creare due umanità distinte: loro e noi. Harari lo ha detto con chiarezza: gli scienziati costruiranno un’arca per gli Illuminati. Tutti gli altri, noi, la trascurabile maggioranza, dovremo arrangiarci, ovvero essere sacrificati. Lo ha ribadito chiaramente anche Larry Fink (Black Rock): “Gli uomini “devono“ essere sostituiti dalle macchine e i popoli che soffrono la maggiore denatalità saranno i primi a essere sostituiti”. Non solo immigrazione di rimpiazzo, quindi, ma direttamente macchine, robot, al posto degli uomini. Stanno anche lavorando a un nuovo soggetto di diritto, la “persona elettronica”. L’eresia gnostica riappare periodicamente nella storia: uomini che si considerano superiori vogliono rifare la natura e l’uomo, imperfetti, pieni di difetti. Sono le “scimmie di Dio” i ri-creatori che anelano alla perfezione e all’immortalità, ma ricordiamo che  mettersi contro la natura ha sempre prodotto danni irreparabili. Oggi più di ieri, domani più di oggi per la potenza nuova dei mezzi a disposizione di questi dottori Stranamore sociopatici, nemici del genere umano.

Se non si fa qualcosa si prospetta nel 2030 uno scenario da incubo: scomparsa della famiglia, aborto come diritto, utero in affitto, legalizzazione della droga, censure di vario genere, diritto a cambiare sesso… Cos’altro ci si può aspettare?

Ormai il vaso di Pandora è stato spalancato e il Prometeo tecnoscientifico si è scatenato. La prossima tappa sarà l’imposizione del cibo artificiale, un salto nel buio che scavalca dieci millenni, poiché la creatura umana è entrata nella storia smettendo di essere cacciatrice e raccoglitrice e diventando stanziale, dedita all’agricoltura e all’allevamento di bestiame. Questo ha prodotto la nascita della famiglia, del diritto, dell’arte, delle scienze, della scrittura. La banalizzazione della vita umana condurrà probabilmente alla normalizzazione dell’eutanasia e forse all’infanticidio dei deboli e degli imperfetti, già postulato da Pierre Singer. E’ una regressione di millenni, un neopaganesimo oligarchico che incute orrore. Sono in via di sdoganamento anche la pedofilia (vi sono già atti dell’ONU che vanno in quel senso) e di ogni altra follia, sessuale e non. Forse è il regno globale di Semiramide, la regina assira che secondo Dante “libìto fé licito in sua legge, per torre il biasmo in che era condotta”. Una società del genere, al di là di ogni considerazione morale, non può durare. Non durerà, infatti, ed è l’unica paradossale consolazione. Fine, non tramonto dell’Occidente.

L’Intelligenza Artificiale cambierà il mondo come auspica Klaus Schwab, fondatore del Forum Economico Mondiale di Davos?

L’Intelligenza Artificiale cambierà molte cose. Soprattutto supererà l’uomo e lo sostituirà. Il problema è: a che punto? Il Metaverso sostituirà l’Universo? La macchina prenderà il controllo sull’uomo? La cibernetica e le nanotecnologie davvero prevarranno sulla natura? Sono domande perturbanti, alle quali è difficile rispondere, poiché ci è intollerabile anche solo immaginare la fine dell’umanità così come la conosciamo e come ce l’hanno consegnata le generazioni precedenti. Occorre però porsi i problemi, non lasciare che tutto ci caschi addosso. E’ quello che ho tentato di fare nel mio libro  “L’uomo transumano” (Arianna Editrice) presentato recentemente anche al  Salone del Libro di Torino. Gli stessi oligarchi verranno spazzati via dalla loro creatura, come il dottor Frankenstein del libro di Mary Shelley? Domande, per ora, nessuna risposta certa, ma l’inquietudine è grande.

Scrive Giorgio Agamben, filosofo: “L’Unione Europea è solo un patto tra Stati, non ha un Parlamento che ha il potere di proporre leggi, potere che appartiene alla Commissione Europea e quindi  costituzionalmente l’Europa non esiste”. Come possiamo svincolarci dall’Unione Europea perché gli Sati membri siano sovrani?

L’operazione è difficilissima. La stessa Gran Bretagna che pure era sostenuta dagli Usa ed è ancora una grande potenza finanziaria, ha avuto serie difficoltà. Come minimo, dovremmo rivendicare il primato del diritto nazionale sulle norme comunitarie, emesse tra l’altro non da un vero parlamento, ma da una Commissione non eletta e largamente infiltrata dalle lobby economiche, finanziarie, dalle grandi ONG e dalle solite fondazioni “filantropiche”. Poi occorre recuperare la sovranità monetaria, perduta a favore di una banca centrale privata e straniera, la BCE. Terzo, estirpare l’ordoliberismo europoide, ossia il liberismo incistato nelle leggi e nei trattati, che rende impossibili politiche sociali, economiche, finanziarie autonome, volte al bene comune. Un programma immenso, che peraltro nessuna forza politica, neppure marginale, dichiara di volere. Fateci caso, ma l’8 e il 9 giugno in Italia non ci sarà nessuna opzione davvero “sovranista” e neppure la possibilità di votare una forza politica apertamente antiliberale e antiliberista. Ecco perché ha ragione Agamben purtroppo, perché a breve non si vedono vie d’uscita. Inoltre i politici, per quanto affermino il contrario, sono ben felici che la vasta area di opposizione e dissenso non trovi altri sbocchi che l’indifferenza, il mugugno sterile e l’astensione elettorale. La verità è che la cosiddetta democrazia rappresentativa non rappresenta più i popoli, a Roma come a Bruxelles. Tuttavia, non dobbiamo disperare. Rapido è stato il degrado, certa è la fine ingloriosa della nostra estenuata civilizzazione. Il domani è incerto, ma non può essere più buio che a mezzanotte. Mi lasci chiudere con una battuta di Ennio Fliano: “Anche il progresso, divenuto vecchio e saggio, votò contro”.

Cinzia Notaro