L’Angelo del bambino
In Russia un bambino orfano viveva con la nonna. Sua nonna, una donna totalmente analfabeta, non conosceva nessuna preghiera ma gli insegnava solo a recitare: “Angelo custode, proteggimi”. Il bambino ripeteva sempre questa preghiera mattina e sera, dovunque fosse.
Cresciuto, prestò servizio nella Marina Imperiale e quando fu congedato, con i soldi della liquidazione, incamminò per tornare a casa. Casa sua era abbastanza lontana dal mare e per raggiungerla doveva attraversare le foreste.
In Russia, sui lunghi percorsi ci sono delle locande distanziate tra loro, sovvenzionate dallo stato per fornire alloggio a escursionisti e viaggiatori. Questo tipo di servizio è obbligatorio per i locandieri per i quali in caso di omissione è prevista una punizione.
Il marinaio fu costretto quindi, a rifugiarsi in una capanna del genere, sorvegliata da un vecchio e da una vecchia.
Bussò esitante alla porta ma sentì insulti e imprecazioni provenienti dall’interno.
– Vattene, gli gridarono, non c’è alloggio per te. Vai oltre.
– Per favore, apritemi! – disse il ragazzo – Mostrate un po’ di comprensione. La notte di stasera è molto dura e ho paura. Sarò divorato dai lupi e dalle belve.
– Caccialo, caccialo, gridò la vecchia al vecchio. Non voglio estranei qui stasera.
– Per favore! – insistette di nuovo il ragazzo…
Il vecchio aprì un po’ la porta, dalla quale apparve una faccia selvaggia mentre il suo alito puzzava pesantemente di alcol. Ma anche in generale, dalla porta aperta proveniva un forte odore di alcolici.
– Che cosa vuoi! – disse ancora il vecchio brutalmente per farlo andare via.
– Per favore – disse di nuovo il ragazzo – non cacciarmi. La notte è selvaggia. Se necessario pagherò. Ho del denaro. Ecco qui!
Il ragazzo incautamente gli mostrò i soldi.
Il vecchio non appena ha sentito parlare di soldi alzò gli occhi al cielo.
– Hai detto soldi? E dove hai trovato i soldi?
– Qui ho i soldi. Sono stato appena congedato e li ho.
Il vecchio quando vide i soldi aprì la porta. “Entra” gli disse.
Intanto la vecchia ubriaca continuava a gridare da dentro di mandarlo là da dove era venuto.
Che cattiveria! pensò il ragazzo. Ho chiesto solo di passare una notte e fanno così. Devo dire loro che voglio restare poco tempo!
Lo gettarono in un angolo nella stanza buia e andarono a proseguire nella loro follia.
Il giovane ebbe molta paura dei loro volti, si era pentito ma ormai era troppo tardi. Non c’era niente che lui potesse fare.
Disse la preghiera che sua nonna gli aveva insegnato “Angelo custode, proteggimi”, e poiché era esausto per la fatica si addormentò rapidamente.
Ma i suoi angeli erano svegli! Che grande cosa!!
Passato un po’ di tempo, il vecchio si accorse che il giovane si era già addormentato. Lentamente aprì la porta, ed entrò.
Nella penombra sembrava che tenesse in mano un’ascia e lentamente la passasse sopra la testa del giovane, per ucciderlo.
“Finiscilo velocemente” – sussurrò la vecchia -. Colpiscilo prima che si svegli! Un colpo e via!
In quel momento, fu come se qualcuno avesse scosso il giovane che in quell’istante aprì gli occhi.
Il vecchio gli aveva puntato la scure sulla testa.
Il giovane sudò freddo! Ma all’improvviso in quel momento qualcuno bussò alla porta d’ingresso.
L’intera casa fu scossa. Toc, toc, toc…
– Polizia, aprite, aprite velocemente…… Toc, toc, toc… i colpi aumentavano…
– Aprite! Polizia! Abbatteremo la porta. Sbrigatevi, Polizia….
Il vecchio e la vecchia si affrettarono.
Il vecchio nascose velocemente l’ascia sotto il letto e cadde ai piedi del marinaio, pregandolo di non dire nulla alla polizia mentre la vecchia stava facendo qualcosa perplessa e disse:
– Sì, sì, ora, ora subito, un momento… apro…
– Apri, apri velocemente! Diceva la voce proveniente da fuori. La nostra pazienza è finita…
“Per favore, non tradirmi”, continuò il vecchio.
Il giovane osò mormorare qualcosa: “no… no…”
Quando il vecchio andò alla porta d’ingresso, il giovane aprì la finestra, saltò fuori.
La casa era al piano terra ed il giovane poté andare dietro alcuni cespugli; ma cosa vide?
Niente polizia, niente cavalli, niente di niente…
Tutto era stato fatto dagli angeli che tante volte li aveva invocati per custodirlo.
E lo hanno custodito!
Dal libro: Le avventure di un pellegrino