Terra santa d’Egitto

Tra i temi che solitamente vengono ricordati durante le festività natalizie vi è anche quello della strage degli innocenti ordinata da Erode nell’intento di uccidere il Re dei Giudei. Nel vangelo secondo Matteo al capitolo 2 così si narra “Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode (i magi, n.d.r.), per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio.
Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più”.

Nella Chiesa latina la memoria liturgica di tale evento cade tra il Natale di Nostro Signore e la sua Teofania/Epifania, precisamente il 28 dicembre. Dalla narrazione di Matteo si comprende che la strage degli innocenti avvenne mentre Giuseppe e la sua famiglia erano già in viaggio ovvero erano già arrivati in Egitto.

Come si può ben comprendere la Chiesa copta, la più diffusa in Egitto, ricorda l’evento del viaggio in Egitto con molta più partecipazione. Ciò che più potrebbe sorprendere dalle parti nostre è che l’Egitto, la Repubblica Araba d’Egitto che conta circa 110 milioni di abitanti di cui l’85% composto da musulmani, dal 2022, in seguito ad una lunga procedura, sia riuscita ad ottenere da parte dell’UNESCO il riconoscimento per tutte le feste legate al viaggio della Sacra Famiglia da Betlemme all’Egitto quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità meritevole di tutela. Al viaggio della Sacra Famiglia sono dedicati due festival: “Il Festival dell’Avvento della Sacra Famiglia in Egitto” che è un evento di un giorno che si tiene generalmente all’inizio di giugno, e “La Natività della Vergine”, Quest’ultimo si presenta sotto forma di una festa che si tiene in diverse città, tra cui Durunka (Asyut) e Il Cairo, tra maggio e agosto. Le attività comprendono canti, giochi tradizionali, body painting, rievocazioni del viaggio, processioni religiose, performance artistiche e condivisione di cibi tradizionali. I festeggiamenti sono ricchi di funzioni sociali e significati culturali, compreso il tessuto sociale e culturale unificato tra cristiani copti e musulmani evidenziato durante i preparativi e i festeggiamenti. Gli eventi sono anche associati alla fornitura di servizi di volontariato ai visitatori da parte dei residenti e allo scambio di doni. Le conoscenze e le competenze vengono trasmesse attraverso chiese e monasteri, all’interno delle famiglie e attraverso la partecipazione attiva ai rituali.

Mona Abdou di Egyptian Streets così scrive su Anubi Magazine “Secondo gli storici, la Sacra Famiglia ha trascorso circa quattro anni in Egitto, il suo viaggio è iniziato al confine del Sinai con Gaza. Arrivò nel paese dopo essere fuggito dall’allora sovrano re Erode di Gerusalemme, che secondo resoconti religiosi e storici era di natura opprimente. Il viaggio termina a Durunka, dove ogni anno si celebra la festa della Vergine. Prima dell’elenco di queste celebrazioni, l’Egitto ha arruolato per la prima volta “The Epic of Beni Helal” nel 2008, tahteeb (stick art) nel 2016, Araguz Puppet nel 2018, la conoscenza e le tradizioni associate alle palme nel 2019 e, più recentemente, l’industria tessile manuale dell’Alto Egitto è stata inserita nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO”.

Ancora una volta le realtà del Mediterraneo ci stupiscono superando luoghi comuni generati altrove e per altri scopi. Ed infatti, lo Stato egiziano, ed in particolar modo il Ministero delle Antichità ha da tempo pubblicato un catalogo del viaggio della Sacra Famiglia in Egitto dal titolo “Le tappe del viaggio della Sacra Famiglia”, con l’indicazione geografica dei percorsi e delle soste nei venticinque luoghi attraversati negli oltre tre anni e mezzo di peregrinazione tra Sinai, il delta del Nilo, Wadi el-Natrun, Cairo e ritorno a casa a Nazareth attraverso l’Alto Egitto.

La supervisione di questo volume è stata affidata a Mohammed Abdullatif, professore di antichità islamiche all’Università di Mansourah, nonché ad un gruppo di esperti del Ministero delle Antichità, con lo scopo di informare i turisti sugli itinerari.

In un articolo di Christophe Lafontaine apparso il 4 luglio 2019 su terrasanta.net si legge che “Abdullatif ha spiegato che la documentazione fa parte di un progetto più ampio in cui il Ministero – attraverso una commissione di esperti – è impegnato da quando l’Egitto ha depositato presso l’Unesco la candidatura del Cammino della Sacra Famiglia perché sia inserito nel Patrimonio mondiale immateriale dell’umanità, come già accade per il Cammino di Santiago de Compostela (Spagna). Il ministero delle Antichità ha anche presentato all’Unesco un fascicolo per sostenere l’iscrizione tra i beni – questa volta materiali – del Patrimonio dell’Umanità quattro monasteri di Wadi el-Natrun situati nella regione a nord-ovest del Cairo: Deir El-Suryani (Monastero siriano), Deir Baramos (Monastero dei Romani), Deir Amba Bichoi (San Bishoy), Deir Abu Makar (Monastero di San Macario di Scete)”.

Per chi volesse avere maggiori informazioni, invitiamo a visitare il sito diocesicoptamilano.com dove sono passate in rassegna le tappe più importanti del viaggio della Sacra Famiglia in Egitto.

Paolo Scagliarini

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