Voci d’oriente al Conclave

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Nel mosaico del prossimo Conclave, una componente sempre più rilevante sarà quella dei cardinali provenienti dalle Chiese Orientali cattoliche e da contesti culturali non occidentali. La loro esperienza pastorale, spesso segnata da persecuzioni, tensioni geopolitiche e minoranze cristiane, porterà al Collegio cardinalizio una prospettiva universale e radicata nelle sfide contemporanee.

Card. Mykola Bychok, ucraino, è eparca di Melbourne per gli Ucraini e rappresenta una nuova generazione di vescovi orientali. Redentorista, nominato vescovo nel 2020 e creato cardinale da Papa Francesco nel 2023, ha maturato un’esperienza pastorale tra Ucraina, Stati Uniti e Australia. Sostenitore della pace giusta nel conflitto russo-ucraino, Bychok promuove una teologia incarnata nella sofferenza del popolo, evidenziando la spiritualità bizantina come fonte di resistenza interiore e speranza. È attivo nel dialogo ecumenico e interculturale, e particolarmente sensibile alla diaspora come luogo di missione.

Card. George Jacob Koovakad, originario dell’India, è una figura meno nota al grande pubblico, ma centrale per la Chiesa siro-malabarese. Attualmente prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, è stato nominato cardinale nel 2023. Esperto di diritto canonico orientale e promotore dell’autonomia liturgica delle Chiese sui iuris, Koovakad si distingue per una visione ecclesiologica sinodale e radicata nella tradizione. In ambito sociale, sostiene la promozione umana e l’inclusione dei Dalit e delle caste emarginate, richiamando una Chiesa “periferica” e profetica.

Card. Louis Raphaël Sako, patriarca dei Caldei, è una delle voci più autorevoli del Medio Oriente. Creato cardinale nel 2018, ha guidato la sua Chiesa in mezzo a guerre, persecuzioni e ricostruzione. Difensore della coesistenza religiosa in Iraq, ha una solida formazione teologica patristica e promuove il dialogo islamo-cristiano con fermezza e apertura. Si oppone a ogni forma di integralismo, ma denuncia anche l’indifferenza internazionale verso i cristiani d’Oriente.

Card. Carlos Osoro Sierra, sebbene proveniente dalla Chiesa latina, è incluso nella lista per la sua attenzione alle Chiese orientali e alla loro integrazione nel contesto europeo, specie come arcivescovo emerito di Madrid. Ordinario emerito per i fedeli orientali residenti in Spagna sprovvisti di Gerarchia della propria Chiesa sui iuris, ha promosso il dialogo interculturale e l’accoglienza dei migranti cristiani orientali in Europa. Pastore conciliare, vicino al magistero sociale di Francesco, Osoro è noto per la sua empatia e visione pastorale inclusiva.

Card. Berhaneyesus Demerew Souraphiel, arcivescovo di Addis Abeba, è la voce africana tra i cardinali orientali. Membro della Congregazione della Missione (Lazzaristi), è stato creato cardinale nel 2015. Attento al ruolo della Chiesa nella società etiope, Souraphiel ha denunciato le violenze etniche e promosso la riconciliazione nazionale. In ambito teologico, sottolinea l’importanza del radicamento nella cultura africana, il ruolo della famiglia e la necessità di una Chiesa povera per i poveri.

Card. Kurt Koch, svizzero, presidente del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è incluso per il suo costante dialogo con le Chiese ortodosse e orientali. Di formazione teologica occidentale, ha tuttavia studiato profondamente l’ecclesiologia orientale. In Conclave rappresenta una figura ponte tra Oriente e Occidente, con un forte impegno ecumenico e una visione dell’unità come dono dello Spirito.

Card. Baselios Cleemis Thottunkal, maggiore arcivescovo della Chiesa siro-malankarese, è stato il più giovane cardinale del 2012. Uomo di grande equilibrio, è impegnato nella promozione della tradizione liturgica siriaca in chiave contemporanea. Forte sostenitore della libertà religiosa in India, Cleemis ha denunciato con coraggio le violenze anticristiane. In teologia valorizza l’inculturazione e la sinodalità, ponendo la Chiesa orientale come modello di pluralismo ecclesiale.

Questi cardinali, portatori di spiritualità millenarie e prospettive geopolitiche diverse, contribuiranno a dare forma a un Conclave realmente universale. Le loro biografie intrecciano teologia e pastorale, radici e futuro, incarnando quella “Chiesa dalle molte lingue” che Papa Francesco ha spesso evocato. Saranno, con ogni probabilità, tra i protagonisti della scelta del successore di Pietro e dei futuri orientamenti del pontificato.

Carlo Coppola