“Angele Dei,qui custos es mei,me,tibi commissum pietate superna,illumina,custodi,rege et guberna.Amen”. E’ l’antica preghiera cattolica – latina all’Angelo di Dio. Tale preghiera trova il suo fondamento nella Scrittura, in cui gli Angeli, così come il termine greco Aggelos dice, sono messaggeri di Dio. Essi sono presentati a volte senza un nome specifico, come l’Angelo che appare più volte in sogno a s.Giuseppe, a volte con un nome specifico come s. Michele (chi è come Dio?), che guida le legioni guerriere celesti; s. Gabriele (fortezza di Dio), che è l’Angelo della Conoscenza, l’Angelo che porta l’annuncio a Maria; s. Raffaele  (medicina di Dio), menzionato nel libro di Tobia dell’Antico Testamento, è l’Angelo della guarigione, protettore del vincolo coniugale e dei viaggiatori. Da un punto di vista exoterico gli Angeli sono visti come Esseri individuali che vivono in una dimensione spirituale più prossima a Dio, rispetto agli uomini. Secondo lo pseudo Dionigi l’Areopagita, uno scrittore ecclesiastico vissuto intorno al V secolo d.C., gli Angeli sono divisi in nove cori celesti, di cui quello degli Angeli, che non hanno un nome specifico, è quello più prossimo agli uomini e a tutto ciò che è terrestre in genere e raccolgono le richieste e le esigenze degli esseri creati, mentre il più prossimo a Dio è quello dei Serafini, i quali sono immersi in uno stato di contemplazione continua. I vari Angeli dei nove cori, ricevono la propria identità dalla funzione che essi svolgono, in gran parte determinata dal compito ricevuto di proteggere le varie parti del Creato, per cui c’è qualche autore che ritiene che essi siano manifestazioni diverse di Dio. Dal punto di vista esoterico gli Angeli vengono considerati come i piani superiori dell’Essere individuato, così come i demoni ne sono quelli inferiori. Una dottrina del genere per poter essere pienamente intesa, va riguardata sub specie interioritatis, cioè partendo da quella che è l’effettiva costituzione dell’individuo umano, secondo la visione di antichi insegnamenti rivolti non alla massa delle persone, ma a quei pochi capaci di intenderli. Una traccia utile, per chi fosse seriamente interessato all’argomento, la si trova nel Vangelo di Luca (Luca 20,27-40).

Antonio Bosna